dicono di noi

Musica nelle Aie
Ormai sono 4 anni che sono in giuria, quindi posso parlare con cognizione di causa e affermare che “Musica nelle Aie” ha un sacco di difetti:
• innanzi tutto bisogna affrontare due lunghissime file per riuscire a mangiare, una per entrare nello stand gastronomico e l’altra per riuscire ad ordinare;
• poi ci sono soltanto due bagni, tra l’altro piazzati in una posizione infelice, per due ragioni: diventa subito fangosa (e ci rimane, anche se ha piovuto il giorno prima) ed è a fianco della zona dove si cucina, così aumenta la fame;
• c’è poi l’estenuante percorso di 5 Km durante il quale può capitare di trovare band in pausa e quindi perdersi la loro performance;
• la variabile meteo è assolutamente imprescindibile;
• la chiusura della strada ti obbliga spesso a parcheggiare la macchina lontanissimo, costringendoti ad una ulteriore sfacchinata quando te ne vai;
Eppure quando finisce tutto, mentre affronti la salitella che porta all’automobile, al buio, sperando di non venire caricato da un cinghiale, ti ritrovi felicemente stanco e pensi che era davvero tanto tempo che non trascorrevi una giornata così bella, soprattutto poi se sei in compagnia di qualcuno con cui stai bene.
Insomma la “Musica nelle Aie” mi frega tutti gli anni. Anzi, tutti gli anni un po’ di più.
P.S.
Per la cronaca, il premio “Musica nelle Aie 2013” è andato ai Marcabru di Forlimpopoli (FC), quello della critica ai Quei De Rsciugni di Rossiglione (GE), mentre i Taverna de Rodas di Medicina (BO) si sono aggiudicati il premio di gradimento del pubblico.
Francesco Pizzinelli – La Scena

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LA MUSICA NELLE AIE – CASTEL RANIERO FOLK FESTIVAL @ CASTEL RANIERO (FAENZA, RA) – 12/05/2013

Puntualmente alla seconda domenica di maggio arriva l’appuntamento con La Musica nelle Aie, un festival di musica folk popolare che necessita di ben poche presentazioni. 20 gruppi provenienti dal bel paese, che si esibisco lungo un percorso di 5 km nella collina di Castel Raniero nei pressi di Faenza.

Parafrasando gli Elio e le Storie Tese, è il festival per eccellenza di musica balcanosa e vandersfrosa, che, a differenza di come cantano gli Elii, alla lunga non rompe, anzi, appassiona sempre maggiormente, vuoi perché la location è senza dubbio accogliente, vuoi perche è un’ottima scusa per fare due passi all’aria aperta, vuoi perché è una rara occasione per ascoltare la musica popolare nelle sue varie forme e interpretazioni, fatto sta che ad ogni anno il pubblico aumenta sempre e l’interessamento per questo festival va aumentando.

Una domenica pomeriggio come ce ne sono poche, capace di aggregare, sia giovani, che non più giovani, compreso i piccolissimi; c’è chi viene per la musica, chi viene per il buon cibo, chi per incontrare amici e chi perché è semplicemente curioso, ognuno di questi, in ogni caso esprime pensieri positivi per questo festival.

 

Per i gruppi partecipanti c’erano tre premi in palio, il Premio della Critica, il Premio del Pubblico, e il Premio Musica nelle Aie, che unisce le votazioni sia del pubblico che della critica; per la cronaca il premio Critica se lo sono aggiudicato i “Quei de Rsciugni” un eccellente gruppo di non più giovanissimi provenienti da Genova con la passione per lo swing il country e la musica popolare, l’unione di queste cose ha creato un fantastico progetto capace di rendere quanto mai presente e attuale un suono e un’armonia che di nuovo non ha proprio nulla, proprio per questo motivo sono stati apprezzati all’unanimità dai giurati. Il pubblico invece ha preferito votare chi ha fatto della comicità e del cabaret la loro arma di battaglia i Taverna de Rodas, di Medicina (BO), il clima da rappresentazione teatrale dialettale in fare comico ha sicuramente agevolato il giudizio.

 

I Marcabru, invece sono riusciti a conquistare sia una buona parte di pubblico che una parte della giuria conquistandosi cosi il premio Musica nelle Aie. Personalmente menzionerei anche il duo delle Alarc’h che con la loro arpa e la voce soave hanno contribuito a creare un angolo fiabesco e poetico che meritava probabilmente qualche considerazione in più, sia dalla giuria che dal pubblico, non si può non citare un artista che ha spiccato per le sue doti da pianista compositore e per la sua teatralità Tizio Bononcini, peccato che a mio parere era estremamente fuori contesto con il festival, ma sono sicuro che lo rivederemo presto in ben altri contesti.

Non resta che aspettare il prossimo appuntamento con la musica popolare delle Aie, un festival che alla lunga non rompe.

 Alberto Naldini – SaltinAria

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La Musica nelle Aie: musica folk, piadina con la salsiccia e campagna a perdita d’occhio

Posted on 13 maggio, 2013 by 

Le previsioni per domenica 12 maggio 2013
annunciano che sulle colline di Castel Raniero  soffieranno venti di folk,
che giungeranno da ogni parte.*

La settimana scorsa ho scoperto per caso “La Musica nelle Aie – Castel Raniero Folk”.
È una manifestazione di quattro giorni che si tiene sulle colline di Faenza, tutti gli anni il secondo weekend di maggio.
In quattro giorni si fa un po’ di tutto: percorsi in mountain bike, pranzi romagnoli, raduni di Vespe, escursioni guidate, balli a tutte le ore del giorno al ritmo della musica folk.

In particolare io sono stata a Castel Raniero la domenica pomeriggio per il percorsoMusica nelle Aie: un giro ad anello di 5 chilometri tra le campagne faentine con 20 gruppi folk che suonano lungo la strada, nelle aie dei casolari, in mezzo ai campi.
Una cosa meravigliosa.

la musica nelle aie, castel raniero folk

Gente di ogni genere, dalla signora col tacco che sprofonda tra le zolle di terra, al ragazzo fricchettone e colorato con i rasta fino a metà schiena. Tutti tranquilli e sorridenti, con il piedino che parte da solo al ritmo del folk.

Un po’ si cammina, un po’ ci si ferma a sentire i gruppi, un altro po’ si balla e un altro po’ ancora si mangia. Preferibilmente piadina romagnola con la salsiccia. Per merenda.

la musica nelle aie - castel raniero folk

Qui trovate la lista dei gruppi che hanno suonato, quelli che mi sono piaciuti di più sono stati i Taverna de Rodas: veramente suonati come delle campane, addirittura offrivano il salame a tutti quelli che si fermavano. Dei fenomeni.

Segnatevelo, il Castel Raniero Folk, per il 2014.
Secondo weekend di maggio.
Colline di Faenza.
Ricordarsi: scarpe comode, macchina fotografica, maglietta colorata e piedino pronto per il folk.

*La frase viene dal sito, per presentare La Musica nelle Aie.
Qui sotto vi lascio un po’ di link utili per rimanere aggiornati sui programmi del Castel Raniero Folk:

 

un commento: bellissima domenica trascorsa fra musica, paesaggio stupendo e soprattutto gente meravigliosamente spontanea e sorridente, e non mi riferisco solo ai suonatori e agli organizzatori, ma proprio a tutti! ad un certo punto mi sono fermata in mezzo alla strada proprio per osservare la gente: di tutte le età e diversissimi fra loro ma accomunati dal sorriso sulle labbra e l’aria serena. E mi sono accorta che per tornare ad essere “persone normali” (a differenza degli alieni che sembriamo tutti i giorni, in ambito lavorativo e non solo) può bastare davvero “poco”.  E’ possibile invertire la marcia, questa manifestazione lo ha dimostrato. Ora dobbiamo applicare il messaggio (e magari spegnere la tv, che aiuta molto).

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La Musica nelle Aie 2012

Autori Vari – Musica nelle Aie 2012 (Galletti-Boston)

Musica Nelle Aie, festival che si tiene abitualmente a metà maggio a Castel Raniero di Faenza, è ormai un appuntamento irrinunciabile per tutti gli amanti della musica popolare in Italia, e questo non solo per la qualità delle tante proposte musicali che annualmente ne impreziosiscono il cartellone ma anche per tutta l’organizzazione che negli anni è riuscita ad unire musica ed attrattiva turistica in modo impeccabile. Dopo il bel disco che documentava le edizioni precedenti pubblicato nel 2011, quest’anno l’organizzazione ha scelto di procedere in modo diverso, dedicandolo interamente all’edizione appena trascorsa. Sono stati scelti così venti brani di tutti i gruppi partecipanti, che nel loro insieme compongono una bella fotografia sullo stato dell’arte del folk in Italia. Si spazia infatti dall’Emilia-Romagna con il Saltarello di Castel Bolognese de La Carampana alle fascinose sonorità dello splendido Barene di Alessandro Tombesi fino a toccare l’Abruzzo con La Banda dei Briganti, e la Sardegna con la bella Assandira di Lame A Foglia D’Oltremare, vincitori del Premio della Critica dell’edizione 2012. Non mancano le sonorità ethno-rock di Etnoritmo, quelle occitane di Lou Janavel e DiaDuit, il tutto con alcune incursioni prima in Campania, ben rappresentata dal Trio Conforti che ci regala Balla Pummarola e poi nel Salento con Balkansalento degli interessanti Krasì. Certo in generale si avverte una certa omogeneità a livello qualitativo, tuttavia dall’ascolto del disco la scena musicale folk italiana appare in tutta la sua vitalità, e dunque operazioni discografiche come queste non possono che essere le benvenute anche per offrire una visibilità a gruppi che spesso si muovono poco oltre i palcoscenici locali.

Salvatore Esposito – Blogfoolk

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Aldo Foschini non è uno che si arrende facilmente. Lo vedi correre dietro a quello e a quell’ altro, rispondere a tutti, parlare continuamente al cellulare e lo immagini a preparare tutto questo da mesi e mesi: poi succede che piove e in teoria dovrebbe saltare tutto, perché la forza della “Musica nelle Aie” è proprio quella dell’aria aperta, delle passeggiate…Tutti a casa allora? Neanche per sogno: si allestisce una zona live sotto il tendone ristorante e i gruppi si fanno suonare lì, uno per uno! D’accordo, la soluzione è arrabattata e mostra dei limiti, principalmente dovuti alla notevole lunghezza del tutto, ma in effetti questo non fa altro che valorizzare la formula geniale del festival quando si trova nella sua condizione naturale.
Per la cronaca vinconoi sardi Le Lame A Foglia D’oltremare, anche se io tifavo Alarc’h (ma tengo pure per il Cesena, niente di strano quindi…), ma la notizia più importante è che la pioggia non ha minimamente intaccato lo spirito di questa bella festa.
Allora appuntamento all’anno prossimo, e state pur certi che Aldo Foschini da domani inizierà già a buttarcisi a capofitto, per non farsi trovare impreparato, pioggia, grandine o siccità che sia…Perchè Aldo Foschini non è uno che si arrende facilmente!

Francesco Pizzinelli – la Scena

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“2012 nemmeno un temporale” canta Caparezza, a dir la verità un temporale c’è stato e a Castel Raniero lo ricorderanno per molto tempo. Domenica era in programma la decima edizione del festival folk italiano per eccellenza La Musica nelle Aie, per quei pochi che ancora non lo sapessero è una kermesse musicale che vede partecipi gruppi folk provenienti da tutta Italia, disseminati lungo un percorso di circa 6 km nelle aie delle case, appunto, giudicati da giurati itineranti che valutano la qualità e la bravura decretandone un vincitore.

 

Domenica tutto ciò, causa una pioggia battente che ha imperversato dalla tarda mattinata fino a sera, non ha consentito il solito svolgimento dell’evento, cosi gli organizzatori, colti inizialmente dallo sconforto e mai trovatisi in una situazione simile (in dieci anni è comunque una bella fortuna) hanno deciso di far partire ugualmente la gara musicale, trasformando La Musica nelle Aie in “La Musica nel Tendone”.

Improvvisato un palco all’interno del tendone dello stand gastronomico, si è deciso di far suonare tutti i 17 gruppi presenti (alcuni hanno disertato), concedendogli quindici minuti per esibirsi, cosi da poter essere giudicati sia dai giurati che dal pubblico presente.

Una lama a doppio taglio per le band, perché, hai si la possibilità di scegliere in pochi brani il meglio del tuo repertorio e i pezzi che più ti rappresentano, ma non hai possibilità di errore o indecisione, sono tutti lì che ti ascoltano, hai la massima attenzione tutta per te in quei pochi minuti, cosa che per alcuni si è rivelata fatale.

Una estenuante maratona folk si è protratta fino a sera inoltrata con una, considerando la situazione atmosferica, notevole presenza di pubblico, irrisoria se si prende in esame i diecimila e passa delle precedenti edizioni, di tutto rispetto visto, appunto, il tempo che imperversava all’esterno.

Gli spazi ristretti e circoscritti (in stile balera a dir la verità), non hanno impedito agli appassionati di ballare, divertirsi, bere, cantare e sfogarsi, in pieno stile con la festa, una vera festa della musica indipendentemente dalla location e dal tempo. Per la cronaca hanno vinto questa anomala edizione i Lame a Foglia d’Oltremare, un gruppo sardo che ha saputo catturare l’attenzione sia dei giurati, per la loro bravura, rapidità di adattamento e genuina semplicità, sia del pubblico (per la prima volta  giuria e pubblico hanno votato la stessa band), per la loro capacità nel coinvolgere i presenti nel modo giusto, un po’ piacioni, a dir il vero, ma con stile.

Ora, col senno di poi, si potrebbero fare alcune osservazioni all’organizzazione; era meglio, visto il tempo che si sapeva non sarebbe migliorato, organizzare in tempo un palco all’interno, era meglio avere un po’ più di autorità sui gruppi per quanto riguardava le tempistiche, e da parte dei musicisti ci sarebbe dovuta essere un po’ meno anarchia e più spirito di adattamento… ma c’è da dire che una macchina così laboriosa è difficile rimetterla in strada in pochi minuti, quindi tutto sommato si può dire cha anche questa volta “l’hanno portata a casa” consapevoli che la musica non la ferma veramente niente e nessuno.

Al prossimo anno sperando in… per scaramanzia meglio non dirlo.

Alberto Naldini – http://www.saltinaria.it

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Tre giorni di cultura, tradizioni e musica folk a Castel Raniero dall’11 al 13 maggio

Emozioni e balli nelle aie

Tra i tanti «biglietti da visita della Romagna» di cui sente sempre dire nelle occasioni e nei contesti più svariati, il festival «La Musica nelle Aie» di Castel Raniero, sulla primissima collina faentina, è forse il più efficace di tutti, mobilitando ogni anno migliaia di persone che arrivano anche da parecchio lontano. Nato «dal basso», come usa dire, con decine di volontari che lavorano alacremente per buona parte dell’anno, il Castel Raniero Folk Festival va avanti da più di un decennio e sembra davvero non conoscere crisi, forte di una formula che sarà riproposta da venerdì 11 a domenica 13 maggio, nei campi e nelle aie appena sopra Villa Rotonda. E sarà, come ogni anno, un tripudio di concerti all’aria aperta, mangiate, convegni, escursioni e manifestazioni a sfondo ambientale e persino pedagogico. Tornerà infatti anche quest’annol’originale iniziativa rivolta ai ragazzi delle scuole medie Europa di Faenza che, con Scôladfolk, venerdì 11 reinterpreteranno sul palco della festa brani musicali della nostra tradizione, mentre lo stand gastronomico prenderà il via. Il legame tra la musica, la natura, la terra e le tradizioni (quindi anche cucina, artigianato e sport) da queste parti è solido e sotto gli occhi di tutti. E nella serata del venerdì l’attrazione principale saranno i Radìs, formazione folk-rock del ravennate che calca i palchi del nostro territorio da diversi anni e con successo crescente, grazie all’indovinata peculiarità di avere riscoperto il canto in dialetto romagnolo. Amatissimi dal pubblico, non a caso sono stati i

più votati, proprio dal pubblico, al folk festival dell’anno scorso. Sabato 12 la manifestazione entrerà pienamente nel vivo, con escursioni e visite guidate fin dalla mattina, mentre nel pomeriggio

si correrà la Classicissima di Castel Raniero. Tutto questo mentre, dalle 15, a Villa Orestina si tornerà a parlare di musica e tradizioni. Quest’anno il convegno si chiama «A J’Ò vést un Marzian» e sarà dedicato a «il dialetto romagnolo nelle canzoni di ieri e di oggi» per indagare, con l’introduzione del musicologo Franco Dell’Amore e la collaborazionedi settesere, il perché non

sia mai esplosa una tradizione di canzoni dialettali romagnole e quello che sarà il ruolo del dialetto

nello scenario musicale di domani. Sempre a Villa Orestina sarà allestita una mostra su un’altra tipicità musicale nostrana: i fischietti di terracotta. Alle18 verrà presentato il disco ufficiale de La Musica delle Aie 2012 mentre in serata suoneranno tre gruppi. I Démodé si definiscono un’«orchestrina tascabile» che suona musica strumentale fra ispirazioni colte, folk e jazz con strumenti acustici. Dopo di loro i forlivesi Tziganotchka prenderanno possesso del palco con la loro colorata formula che mette insieme le grammatiche delle musiche popolari europee contaminandole tra loro. Infi ne toccherà agli stravaganti Macola & Vibronda, con le loro canzoni da ballare ed ascoltare, in italiano e dialetto romagnolo. Domenica 13 si chiude davvero col botto. Infatti, dopo una mattinata all’insegna di celebrazioni, escursioni e stage di ballo tradizionale e cucina romagola,

dalle 13.30 la via di Castel Raniero diventerà pedonale per tutto il pomeriggio e sui cinque chilometri di tracciato fra campi e aie si potrà assistere alle esibizioni di una ventina di gruppi folk da tutta Italia, fino alle 18.30, per il Castel Raniero Folk Festival, i cui vincitori saranno proclamati

alle 20 sul palco. Per chi volesse partecipare l’ingresso è di un euro (devoluto ai progetti umanitari della parrocchia di Castel Raniero) ed è attivo un servizio navetta dal parcheggio del PalaCattani di Faenza. In chiusura, dalle 21 suoneranno sul palco i Saluti da Saturno, formazione raffi nata, acclamatissima e molto attiva nell’ultimo biennio. La «Flexibile Orchestra da Pianobar Futuristico

Elettromeccanico» condotta da Mirco Mariani accompagnerà i viaggiatori più curiosi in gita a Valdazze, città fantasma nata con l’idea di accogliere i cantanti, sorta e poi morta in un italico

centro del pianeta Terra.

Federico Savini – Sette Sere

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Autori Vari – Uno Straordinario Raccolto (Galletti-Boston)
Il Castelraniero Folk Festival – Musica delle Aie, è da undici anni una delle realtà più interessanti dalla musica tradizionale e folk in Italia, avendo portato avanti un idea di valorizzare quelle realtà artistiche che avessero più care il loro legame con le radici ed in particolare con la terra e con i campi, il tutto conservando da sempre l’atmosfera spensierata di una domenica di sole in campagna. A documentare e a celebrare questo importante festival, arriva Uno Straordinario Raccolto, compilation che raccoglie venti canzoni proposte dai gruppi più significativi che hanno calcato le aie di Castelraniero segnalandosi durante le loro esibizioni per capacità musicali, innovazione, contaminazione e sopratutto simpatia. Il risultato è una sorprendente passerella di suoni, colori, profumi e sapori musicali diversi provenienti da tutta l’Italia, dall’Emilia Romagna al Piemonte, dalla Liguria alla Calbria, dalla Sicilia al Veneto. Ad accompagnare il disco è un dettagliato booklet nel quale è riassunto il percorso artistico e l’attività dei venti gruppi presenti in scaletta. L’ascolto ci regala una fotografia molto nitida e fedele di quella che è la scena musicale folk in Italia, mettendo insieme brani strumenti, canti e balli tradizionali e anche brani inediti, il tutto condito da una esuberante e gioiosa atmosfera che caratterizza ogni brano. Si spazia così dal cantore pugliese Lizzardr’o Migrante con la splendida Curreite al cantautorato folk di Roberto Durkovic & i Fantasisti del Metrò, passando per il combat folk dei Cascarea, la musica balcanica dei Tziganotchka fino a toccare le sonorità irish degli Alarc’h e la tradizione siciliana dei Malanova. Non maca qualche bella sorprea come i bravi Folkamiseria che ben si difendono con Il Genovese, i romagnoli Banda Bardana ma sopratutto gli occitani Lou Viatge con l’evocativa e poetica Ij Servaj. Uno Straordinario Raccolto è così un documento importante non solo per gli addetti ai lavori ma anche per gli appassionati in quanto apre uno spaccato sulla sempre attivissima scena musicale folk in Italia.

Salvatore Esposito – Blogfoolk http://www.blogfoolk.com/2011/11/compilations-italia-4-sud-taranta.html

Musica nelle Aie 2011

C’è un posto, in Italia, dove per tre giorni il tempo sembra fermarsi ad osservare (ma c’è anche chi giura di averlo visto saltare) una comunità di virtuosi mentre si adopera per mostrare quanto di più bello abbiamo nel profondo del cuore: la terra, e ciò che vi cresce, la musica che viene dalla terra e chi sa goderne.”
[Paolo Lizzadro]

Bello! È incredibile come la bellezza, quando la si incontra, sia così operatrice naturale del cambiamento… Nel fine settimana dal 6 all’8 maggio ho avuto la rara possibilità di sperimentarle il bello assieme a quindicimila persone a pochi passi da Faenza alla La Musica Nelle Aie. È una manifestazione che si svolge ogni anno a Castel Raniero, borgo incantevole tra colline con campi colmi di alberi da frutto attraversate da una strada stretta stretta. Nella giornata di domenica un fiume di persone ha percorso a piedi quasi sei chilometri in un anello per vedere suonare 22 gruppi musicali legati, in varia maniera, al circuito della musica folk. Ventidue band a distanza di qualche metro l’una dall’altra che, protetti da un bersò da una calura primaverile che sembrava estiva, si sono esibiti quasi senza interruzione dalle 14 alle 19 in un contest musicale unico in Italia.

Da Udine venivano i vincitori Demodè che, tra citazioni colte, folk e jazz, echi prog e sapori mitteleuropei hanno incantato giuria e pubblico con una musica personale e ricca di fascino d’altri tempi. Il sestetto, (batteria basso clarinetto sax violino e piano), dovrà solo ammorbidire leggermente una vena accademica che qua e la serpeggia per diventare una grande possibilità per la musica italiana (ancorché di nicchia).

Gli energetici e puliti Folka Miseria dalla provincia di Novara alle prese con musiche dalla tradizione europea, e non solo, più varia; La maestria all’organetto di Giuliano Gabriele che con i suoi Jacaranda viaggia tra il repertorio del centro-sud Italia con nuova energia e arrangiamenti elettroacustici freschi e complessi; Le Piment Trio da Bologna che tra organetti, pive e batteria riescono a cavare suoni e ritmi sfiorando appena gli strumenti, trascinandoci leggeri tra dolci musette francesi e la tradizione emiliana più autentica; Le Radeau de la Musique da Lecco in tre sembravano un’orchestra intera con brani che avevano il sapore delle canzoni della vecchia scuola milanese dei Jannacci del primo Gaber come dell’accoppiata Gufi/Brassens con composizioni originali cantate benissimo cui gioverebbe forse solo una sforbiciatina su testi a volte un po’ prolissi e dispersivi nel racconto; L’ Orchestrona di Forlimpopoli con più di trenta musicisti tra professionisti e allievi provenienti da una delle scuole di musica popolari più importanti d’Italia che tra organetti, flauti, chitarre, contrabbassi, violini e percussioni sono commuoventi per l’attenzione e la freschezza con cui costruiscono repertorio e arrangiamenti; E lo stralunato punk-reggae-combat-folk dei Margò da Predappio; la Piccola Bottega Baltazar da Padova, che ci offre una canzone d’autore ormai da tempo conosciuta e apprezzata per la sua fresca maturità tra richiami pop, folk e jazz; i trascinantissimi Radio Zastavapieni di quegli echi balcanici tra Kocani orchestra e Goran Bregovic propri di chi si è formato sulle onde radio dell’ex Jugoslavia e ha imparato, con una sezione di fiati indiavolata, il segreto per trascinare la gente al ballo e alla festa come in un film di Kusturica; i Radìs simpatici ed energetici vincitori del premio del pubblico con punk folk tirato forte e festoso fino allo sfinimento;
E poi anche strani e riusciti esperimenti come quello dei Rasa Seyir che uniscono musica tradizionale turca e indiana che ai puristi potrà fare rabbrividire ma che ho trovato assolutamente intrigante; il folk-medieval-rock (fin troppo kitsch) dei Taberna Vinaria di Bolsena tra chitarroni heavy, bouzouki e cornamuse; i Trio 99 che dall’Aquila ripresentano brani pop/folk degli ultimi 100 anni scelti tra quelli più universalmente conosciuti (da Tanto Pe Cantà a O Mia Bela Madunina per intenderci) con ironia e freschezza esecutive sbalorditive; finendo con i Tziganotchka di Forlì con la loro musica popolare d’Europa, contaminata e mescolata fino a confonderne i confini geografici d’origine.

Ma questi sono solo alcuni dei gruppi che suonavano. La festa era nei nonni e nei bambini che ballavano assieme alle scuole di ballo popolare durante il percorso; nei volontari attentissimi che raccoglievano le pochissime cose che un pubblico educatissimo sfaceva cadere per terra; nelle persone che cercavano con naturalezza dove buttare il proprio rifiuto nella raccolta differenziata; nell’inviolabilità dei campi coltivati e delle proprietà private sempre rispettate; nel vino che scorreva copioso ma bevuto responsabilmente in una lezione di civiltà che mi ha lasciato sorpreso e ammirato ancora più della musica o delle capacità organizzative viste. E poi il cibo e concerti serali dei tre giorni di festa con musicisti di prim’ordine; i corsi di musica popolare e le visite guidate nei boschi della zona; i corsi di cucina e la gara podistica di sabato con le sue bottiglie in omaggio. E i sorrisi continui, l’allegria della cucina e dei piatti che sono esauriti! Da musico dilettante in quella domenica pomeriggio ho pensato che in molti degli artisti che si esibivano in quei sei kilometri potessero riecheggiare le parole che già De Andre fece sue:

In un vortice di polvere gli altri vedevan siccità,
a me ricordava la gonna di Jenny in un ballo di tanti anni fa.
Sentivo la mia terra vibrare di suoni, era il mio cuore,
e allora perché coltivarla ancora, come pensarla migliore.

Libertà l’ho vista dormire nei campi coltivati
a cielo e denaro, a cielo ed amore, protetta da un filo spinato.
Libertà l’ho vista svegliarsi ogni volta che ho suonato,
per un fruscio di ragazze a un ballo, per un compagno ubriaco.

Grazie ragazzi e all’anno prossimo.

Ps: penso che questa educazione al bello e alla responsabilità sia l’unica strada percorribile per un cambiamento reale della società. Penso di avere avuto la fortuna, in poco più di un mese, di avere visto i primi frutti di un modo nuovo di vedere la nostra terra e i nostri comuni; le nostre cose diventare cose di cui prendersi cura un po’ più “nostre” e un po’ meno “mie”. Bello!

Paolo Ronchetti – Mescalina.it

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JAM, giugno 2011

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Inizia a non essere semplice scrivere de “La Musica nelle Aie”, sostanzialmente per due motivi: la formula non cambia mai e quindi c’è il forte rischio di ripetersi ma soprattutto, col tempo, l’evento è diventato così noto da rischiare di essere un inutile megafono di qualcosa che il lettore conosce già da solo…Eh sì, perché se mi capita di andare al cinema a Faenza e, durante gli spot, c’è anche quello di Aldo Foschini & Soci, allora significa che davvero le cose hanno preso una piega inaspettata.

Me ne accorgo già dal mio arrivo in città: completamente intasata, gente in macchina che viene rispedita indietro (a Castel Raniero non si passa dopo una certa ora, ma esiste una nutritissima flotta di autobus, di cui mi sono servito anche io), famiglie in bicicletta, ragazzi a piedi, insomma un vero e proprio formicaio. La vita del giurato della Musica nelle Aie è dura: i gruppi sono tanti, sparsi lungo un percorso lungo e spesso sotto un sole di rame, tra l’altro non sempre quando passi la band di turno si sta esibendo, magari si sta prendendo una pausa e ti tocca aspettare o (nefasta opzione) ripassare; il livello musicale è, al solito, medio-alto, con qualche gruppo locale che si crea un capannello intorno, con parenti e amici e amici degli amici, e qualche altro che viene da lontano, magari ingiustamente snobbato perché piazzato in una posizione infelice. Per la cronaca vincono i Demodé, grazie al loro etnofolk-jazzato – incalzati in sede di votazione finale da altre talentuose bands come Giuliano Gabriele & Jacaranda, Radio Zastava e Piccola Bottega Baltazar – mentre sono i ravennati Radis ad aggiudicarsi lo scrutinio popolare. Ma questo è davvero un dettaglio, la festa è per tutti: peccato che, a rovinarne parzialmente il finale, quest’anno ci abbia pensato il tempo, che ha iniziato a peggiorare verso le 20.00 ed ha creato non poche difficoltà al Parto delle Nuvole Pesanti, guest star di chiusura.

Insomma, anche per quest’anno missione compiuta, sempre più gente e bands sempre più brave. Aldo Foschini è come John “Hannibal” Smith: adora i piani ben riusciti.

Francesco Pizzinelli – la Scena

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Sono i primi soli, è maggio, la seconda settimana, il caldo si affaccia timidamente in questa parte di Romagna cosi vicina alla rinomata riviera, e  invece di godersi spiaggia e mare più di diecimila persone decidono di passare una domenica pomeriggio in collina ascoltando buona musica folk, perfetta per ballare, divertirsi e dimenticare per un momento tutti i problemi.

Tutto ciò non è altro che il Folk Festival più eclettico e straordinario d’Italia, La Musica Nelle Aie – Castel Raniero Folk Festival, giunto alla sua undicesima edizione. E’ un evento che ad ogni anno acquista sempre più visitatori; una  tre giorni all’insegna della musica dove anche la terra, in quanto a prodotti e sapori, dice la sua.

Il climax di tutto viene raggiunto la domenica 8 maggio dove, in un circuito di 5km, 22 gruppi musicali suonano dislocati lungo il percorso “collinare” per l’intero pomeriggio, allietando con canti e balli l’immensa folla accorsa per l’occasione.

Vedere giovani, meno giovani, bambini con tanto di passeggini al seguito, cantare ballare e divertirsi in armonia e spensieratezza, è un qualcosa di straordinario da tanto che è inusuale, una esperienza unica nel suo genere.

Ma La Musica Nelle Aie è anche una gara.

Sapientemente mescolati con il pubblico ci sono alcuni giudici, che passando per il percorso, valutano le capacità, le qualità e l’originalità delle band che si esibiscono. Ne escono vincitori i Demodè da Udine, che con il loro sound eclettico e coinvolgente, sono riusciti a portare all’aria aperta le fumose sonorità da jazz club, sporcandole e impastandole con timbriche folk, il tutto realizzato con una qualità tecnica assolutamente eccellente.

Oltre a i vincitori, hanno lasciato un segno nei giurati anche i Radio Zastava, che, con le loro sonorità balcaniche, hanno saputo coinvolgere con molta maestria il pubblico, non da meno sono stati i Giuliano Gabriele & Jacaranda, bravi nel saper mescolare il passato, saltarelli, tarantelli, con una certa modernità, in grado di rendere attuali questi ritmi. Stessa cosa per i Piccola Bottega Baltazar dove il jazz e il folk, mescolati assieme con il cantato del loro dialetto veneto, è una combinazione notevolmente piacevole e interessante, quanto piacevole ed energica è stata l’esibizione dei Tziganotchka, dove l’armonia tra i componenti si assaporava a piene mani, il che non faceva che giovare alla riuscita dei brani, coinvolgendo e divertendo chi non poteva fare altro che fermarsi ad ascoltarli.

A conclusione di un evento come questo si può solo dire che per il mare c’è tempo, siamo solo ai primi di maggio, quindi il prossimo anno chi non gode di questo Folk Fest non ha scusanti!

Alberto Naldini . SaltinAria

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Musica nelle Aie 2010

Anche quest’anno il Castel raniero Folk Festival ha rallegrato i colli romagnoli nei dintorni di Faenza e Mescalina non poteva mancare. Una tre giorni di musica in un posto meraviglioso, incontaminato in cui si respira ancora la calma della vita pausata dei nostri nonni. Luogo ideale per una rassegna musicale di questo tipo che fa della tradizione popolare la sua linfa vitale.
La manifestazione è iniziata venerdì sera con l’esibizione del gruppo vincitore di Musica nelle Aie 2009: Roberto Durkovic e i fantasisti del metrò. È un peccato che il maltempo abbia scoraggiato tanti ad accorrere sui colli per vedere questa interessantissima band che è nata da un incontro fortuito tra un gruppo di musicisti rom e Durkovic (milanese di origine cecoslovacca) che li ha notati sulla metro milanese mentre intrattenevano un ´pubblico passeggero´ e sempre di fretta. Sabato mattina il festival è sceso a valle per un breve concerto in città, sul Corso Mazzini di Faenza; si sono esibiti tre gruppi della Galletti-Boston che hanno presentato le loro nuove fatiche: Arangara (´Terra di mari´), Roberto Durkovic e i Fantasisti del Metrò (´Strade Aperte´) e la Carampana (´Archi di tempo´). Sabato sera altro concerto, Aie d’Italia, con la presenza di Kaloma (Torre Grotta – Messina), Obelisco Nero (Fano), Larinpionpion (Aosta), Antica Rumeria Lagrima de Oro (Carrara), Arangara (Bologna).
Nonostante le previsioni, i colli si sono svegliati sotto il calore di un bellissimo sole primaverile che ha allietato l’ultimo giorno della manifestazione. Alle 14:30 è iniziato il concorso musicale tra i gruppi in gara, ventiquattro quest’anno. La meraviglia di Musica nelle Aie sta proprio in questa giornata: un percorso di 5 km che si può agevolmente percorrere in bici o a piedi perché chiuso al traffico, in cui ci sono le varie band in gara dislocate. Chi lungo la strada, chi nel giardino di una villa, chi sul tetto di un garage: palchi improvvisati che rendono tutto più rustico e quasi improvvisato. Dopo le 20 è arrivaTO l’atteso verdetto: premio giuria Galletti-Boston 2010 ai Marcabrù di Forlimpopoli, ´per l’originalità, il coraggio e l’ostinazione nel perseguire il proprio percorso musicale´. Premio meritato proprio per l’atipicità della proposta musicale che prende spunto dalla tradizione ma che la rilegge e la frulla avvalendosi di strumenti musicali lontani dalla nostra cultura, come il didjeridoo e il bouzouki. Si autodefiniscono musici di ´folk randagio´ proprio per il loro girovagare verso sapori e odori diversi, attratti dal meticcio e dal sincretismo, raggiungendo risultati affascinanti e particolarissimi. La giuria ha inoltre segnalato: Alarc’h (Forlì), Laripionpion (Aosta), Obelisco Nero, U’Munacidde (Gravina di Puglia – BA). Per le Alarc’h è bene spendere qualche parola. Sono due ragazze forlivesi, molto giovani e promettenti, Marta Celli e Simona Gatto, che hanno regalato al pubblico un angolo incantato con la melodia dell’arpa celtica e del flauto, il ritmo del bodhran uniti alla bellezza delle loro voci. Una situazione che ha colpito tutti i giurati che sono rimasti affascinati proprio dalla delicatezza della loro musica e intuendo ´margini di crescita data la giovane età´. Una novità di quest’anno è stato il premio Valfrutta, assegnato al gruppo più gradito dal popolo che ha votato i liguri Bruti e Boi (Taggia – IM), senza dubbio bravi musicisti, ma anche divertenti e con una grande capacità di coinvolgere il pubblico.
Gran finale: a chiudere la serata e l’edizione di Musica nelle Aie 2010 Massimo Bubola e il Circolo Sociale del Liscio che per l’occasione hanno presentato ´Romagna nostra´.
Una tre giorni di musica popolare, cibo buonissimo e genuino (lo stand gastronomico vale la trasferta!), vino a fiumi. Un appuntamento divertente e molto bucolico che ogni anno diviene sempre più un punto di riferimento per la musica folk-tradizionale del nostro Paese.

Desirée Iezzi – Mescalina

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Pienone a Castel Raniero grazie alla Musica nelle aie

I ritmi della musica folk hanno invaso per tre giorni castel raniero. Oltre diecimila persone, solo domenica, hanno partecipato alla musica nelle Aie. Una manifestazione che sempre più sta conquistando pubblico non solo faentino, ma da ogni angolo d’Italia a sentire i diversi dialetti che si incrociavano domenica lungo la salita. In effetti la manifestazione su uno dei luoghi più belli e panoramici della città alla sua nona edizione comincia ad assumere connotati di evento, uno di quelli che accomuna territorio, offerta gastronomica e dei prodotti tipici di qualità e ambiente con il filo conduttore della musica, elemento che sempre maggiormente sta connotando il faentino. La formuna è semplice: buona musica, mangiar bene, inizitive sportive e Castel Raniero a fare da cornice. Tutto questo è legato dalla voglia di fare degli organizzatori e dei tanti volontari che sino a ieri mattina erano all’opera per riportare il colle alla tranquillità di sempre. Lo spettacolo offerto domenica pomeriggio era unico: fiumi di famiglie con passeggini e bici e tanti ragazzi che, complice la musica accattivante, ballavano per strada e nei cortili a più non posso tra fiati, strumenti a percussione e violini. Una formula ed un successo che comincia a fare pensare agli organizzatori a qualcosa di più di una festa, cioè ad un vero momento importante per il pubblico e più in generale per la città, una risorsa economica. Un po’ per quello accaduto negli anni in Salento con la Notte della Taranta che da festa di musica popolare è ormai diventata punto di riferimento per la musica folk.
“Abbiamo avuto una fortuna sfacciata con il bel tempo, dopo una settimana disastrosa” dice Quinan, al secolo Pietro Bandini,uno degli organizzatori, residente a Castel Raniero. Qual’è la formula vincente della Musica nelle Aie? “Musica folk qualitativamente molto alta e i prodotti tipici, il tutto in un posto fantastico. Abbiamo ricevuto telefonate da gruppi musicali e da semplici persone interessate a vivere l’evento un po’ da tutt’Italia, Sicilia, Ventimiglia, Val d’Aostsa, giusto per dirne alcune, che chiedevano rassicurazioni sul tempo. Da quest’anno poi la Musica nelle Aie ha allacciato collaborazioni importanti con l’etichetta discografica faentina Galletti-Boston, da sempre impegnata nella valorizzazione della musica folk, con il MEI e con la Scuola di musica popolare di Forlimpopoli, una stretta tra organismi leader nel settore della musica che ha portato ad eventi come Romagna nosta, Aie d’Italia e il rpogetto musicale di Massimo Bubola”.
Impeccabile la logistica con il servizio navetta che ha fatto la spola dal PalaCattani a Casel Raniero.
Da segnalare infine lo scopo benefico dell’euro chiesto all’ingresso: l’intero ricavato sarà doato, nei prossimi giorni, ad una missione in Madagascar. Per la cronaca, trai 24 gruppi il premio del pubblivo ‘Valfrutta’è andato ai Bruti e Boi di Taggia, il premio della giuria ‘Galletti-Boston’ ai Marcabru di Forlimpopoli.

Il Resto del Carlino

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E’ il secondo weekend di maggio e puntualmente torna anche in questo austero periodo, l’appuntamento con la musica folkloristica  per antonomasia del nostro bel paese, una cinque km musicale unica nel suo genere, ovvero “La Musica nelle Aie – Castel Raniero Folk Festival”.

Ventiquattro gruppi si sfidano a suon di folk lungo un percorso collinare chiuso al traffico, osservati da giudici itineranti che ne decreteranno “democraticamente” un vincitore. L’Italia viene rappresentata geograficamente quasi per intero, partendo dai valdostani Laripionpion venuti a porpore i canti popolari della propria regione con uno stile molto folkloristico, quasi d’altri tempi, un folk puro nel vero senso del termini, giungendo fino ai pugliesi U’munacidde, che uniscono tradizionalità e passione per il teatro interpretando, non solo musicalmente, la canzoni delle proprie origini.

Nel mezzo di questo ideologico viaggio troviamo anche gli Obelisco Nero venuti dalle vicine Marche, un gruppone di giovani musicisti dotati di buona tecnica e un notevole spirito di divertimento e capacità di coinvolgere il pubblico presente con uno spirito festaiolo quanto mai inerente alla manifestazione.

Stessa cosa per i liguri Bruti e Boi, bravi a catalizzare l’attenzione riuscendo a vincere il premio novità di questa edizione, il premio Valfrutta decretato, appunto, dal pubblico votante, tramite apposite schede. Inevitabile è anche una citazione per un duo femminile che ha destato molto interesse e ammirazione, le Alac’h, che munite di voce soave e arpa sono riuscite a creare un angolo di strada dotato di un’aurea soave e celestiale, un mondo a parte. Vincono questa kermesse di balli, canti, salti, “gozzoviglie e sbevazzamenti”, i romagnoli (solo di residenza) Marcabru con un folk assolutamente innovativo e originale, musica popolare come denominatore comune condita con suoni provenienti da diverse culture, che passano dal didjeridoo accompagnato da tanta distorsione al cantando a volte in inglese, altre in francese, altre ancora in dialetto, in un tripudio di suoni e colori senza dubbio molto originali.

Il preludio metereologo non era di certo dei migliori, ma il bel tempo ha deciso di sposare questa giornata di festa collettiva portando in strada un affluenza di pubblico sempre più eterogeneo, che va aumentando di anno in anno, inglobando chi lo scopre per la prima volta a chi torna anche grazie all’ottima organizzazione dell’evento (come rinunciare a gustarsi un “boccone di romagna” nel gustoso stand gastronomico).

Chiude a sera inoltrata un inusuale Massimo Bubola invitato a presentare il suo ultimo disco “Romagna Nostra” in collaborazione con il Circolo Sociale Del Liscio. Sentire cantare “Romagna mia”, “Ciao Mare” e altre canzoni sempre sentite in una certa chiave musicale, riarrangiate e risuonate in altro stile, mi ha lasciato non poco titubante, consapevole però, che nella musica nulla è sovrano, quindi tutto sommato, ben vengano operazioni come questa, che ridestano la musica popolare!

Una splendida giornata dedicata alla musica e al divertimento, non mi rimane che aspettare il prossimo anno per ripetere questo ottimo momento

Alberto Naldini – SaltinAria

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A beneficio di chi (ancora?) non conoscesse Musica nelle Aie, un breve compendio: trattasi di un Festival di 3 giorni che si svolge tra le stradine di un piccolo borgo di campagna, vicino a Forlì, e che ha il suo culmine la Domenica quando, attraverso un percorso di alcuni chilometri immerso nel verde, sono “disseminati” più di 20 gruppi provenienti da ogni parte d’Italia. Una delle caratteristiche principali di questo atipico evento è che le bands in questione propongono un genere che va dal folk alla musica tradizionale, con ampio uso di strumenti antichi e, non di rado, di costumi tipici delle loro zone d’origine: insomma, una meraviglia.
Giovani, vecchi col cappello, famiglie con i bambini, punkabbestia, coppie, single, cani al guinzaglio e non, tutti a farsi questa lunga passeggiata e a fermarsi, di tanto in tanto, ad ascoltare le proposte musicali più interessanti, sedersi sull’erba e, perché no, a ballare: il tempo, incerto nei primi due giorni, è fortunatamente clemente in quello “clou” e richiama, come tradizione ormai, una grande massa di gente che, se non decide di avventurarsi nel “tour de force”, mangia qualcosa nello spiazzo principale attrezzato con un grande stand gastronomico (unica pecca: un bagno solo?!).
La qualità dei gruppi è mediamente alta, con menzione particolare per Alarc’h, Antica Rumeria Lagrima De Oro e Marcabru (che risulteranno essere poi i vincitori del premio della Giuria).
Dopo la premiazione parte il live di Massimo Bubola, da poco autore di un disco (in collaborazione con il MEI di Faenza) dove rivisita alcuni classici del Liscio romagnolo: una scelta quindi assolutamente contestuale a coronamento di una ennesima bella edizione.
Che sia questo il vero festival della musica indipendente?

Francesco Pizzinelli – La Scena

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2009

Anno dopo anno “La Musica nelle Aie – Castel Raniero Folk Festival” cresce: non così tanto da snaturarsi, abbastanza da fare in modo che sempre più curiosi ne siano attratti e sempre più artisti partecipino alle selezioni. L’idea di fondo è sempre la stessa: coinvolgere i più di venti selezionati – tra solisti e gruppi – lungo un percorso di cinque chilometri sulle colline faentine, invitando giurati e pubblico ad un ascolto itinerante e partecipativo. Il tema di fondo è, ovviamente, il folk, ma come ogni anno si tratta di un criterio di valutazione di massima, di una questione di attitudine, così che non suona strano vedere tra i gruppi segnalati Musica Spiccia, orchestra di quaranta elementi che vede adulti e bambini fianco a fianco (qualcuno si ricorda della Portsmouth Sinfonia), così come i forlivesi Tziganotcha, con repertorio tra Balcani, klezmer e Sud Italia. Quello dei Balcani e dell’attigua mitteleuropa pare essere il leit motiv di questa edizione, con buona pace della dilagante xenofobia da fazzoletto verde, visto che ad aggiudicarsi la vittoria sono Roberto Durkovic e i fantasisti del Metrò (gruppo nato dall’incontro tra il cantautore di origine praghese e alcuni musicisti rom nella metropolitana di Milano), eclettici e “paraculi” nel miglior senso possibile. Chiudono la parata dei gruppi segnalati Francesco Sossio Sacchetti, il cui sax mediterraneo ben si sposa agli strumenti della tradizione pugliese, e i Geneviève, con il loro agile jazz folk, mentre la celebrazione della chiusura della manifestazione è affidata Alexian Santino Spinelli, autorità della musica rom in Italia, il cui show coinvolgente ci ha fatto credere che la Lega fosse semplicemente un brutto sogno.
Alessandro Besselva Averame – Fuori dal Mucchio

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Ogni seconda settimana di maggio, dal 2000, un piccolo angolo di primissima collina faentina si trasforma in fulcro della musica folk. Castel Raniero diventa: “La Musica nelle Aie – Castel Raniero Folk Festival”. Una maratona folk immersa nel verde che non ha eguali. Castel Raniero è un piccolo angolo di primissima collina faentina, nel cuore della Romagna, immerso nel verde dove si respira “l’aria buona”, posto calmo, tranquillo che dona spensieratezza. Ogni seconda settimana di maggio, però, dal 2000 si trasforma in fulcro della musica folk; Castel Raniero diventa: “La Musica nelle Aie – Castel Raniero folk festival”. Giunto alla sua decima edizione, questo festival, prevede tre giorni di musica folk nelle sue più svariate forme, tradizionalista, di repertorio, innovativo e popolare, concerti serali il venerdì e il sabato e domenica a partire dalle 14 per più di quattro ore venticinque gruppi si esibiscono lungo un percorso di circa 5 km, suonando nelle aie, nei cortili e lungo la strada dell’intero tragitto. E’ diventato ormai un appuntamento fisso, che va al di là della sola musica, è un puro motivo di aggregazione e svago, per staccare dalla caotica città e tuffarsi in un ambiente tamburellante, giocoso e divertente. Un festival, questo, che si sta sempre più espandendo, oltre che a tutta la nostra penisola, da Nord a Sud era la provenienza delle band, erano presenti anche gruppi stranieri come rom e spagnoli. Il festival prevede, come detto, venticinque gruppi, che esibendosi in quattro e più ore verranno osservati da una giuria itinerante, composta da musicisti, giornalisti e addetti ai lavori, che ne decreteranno un unico vincitore. Elencare tutti i venticinque partecipanti risulterebbe noioso e prolisso, mi limiterò a citare chi ha ricevuto una “menzione” da parte della giuria, quello che potremmo definire il premio della critica. Secondo la giuria si sono distinti dagli altri: (in ordine alfabetico) i pugliesi Francesco Sossio Sacchetti, per aver mescolato le tradizioni  dei territori delle loro città con la musica folk. I Genevieve da Urbino che hanno incantato con il loro folk fortemente contaminato dalla musica jazz, dimostrando un’elevata capacità tecnica. Musica Spiccia, un’orchestra di quaranta elementi, in prevalenza bambini che hanno saputo unire l’aspetto ludico a quello educativo della musica. Tziganotchka di Forlì che hanno saputo trasmettere a chiunque passasse loro davanti una irrefrenabile voglia di divertirsi, divertendosi a loro volta nel fare musica. Mentre quest’anno la vittoria è andata ai Durkovic E I Fantasisti Del Metro’, band di etnia rom dall’impeccabile padronanza degli strumenti che ha saputo trasmettere un forte attaccamento alle proprie origini grazie alle sensazioni trasmesse con la loro musica. Cala così il sipario su questa maratona folk immersa nel verde che non ha eguali, dove si respira un clima difficile da descrivere ma tutto da provare, un appuntamento fisso da segnare nel calendario e aspettare di anno in anno.                                                                                                                                         Alberto Naldini – SaltinAria

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Avete presente la recente pubblicità di un noto gestore di telefonia mobile, quella della band che, in viaggio tra le montagne per raggiungere il pub di turno, rischia di veder saltare la data causa defezione del tastierista? Ecco, immaginate che la proprietaria non sia né procace né in grado di sostituirlo e che liquidi i ragazzotti con un semplice “Sarà per un’altra volta…” e che questi, invece di girare il furgoncino e tornare indietro, decidano di scaricarlo e di improvvisare un concerto per i passanti: ecco, “Musica nelle Aie”! Sostanzialmente è un tuffo nei ricordi: da buon romagnolo mi scorrono nelle vene le feste dell’Unità nelle piccole cittadine, organizzate sulla superficie di campetti polverosi, l’odore delle salsicce e del Sangiovese, gruppi di anziani mischiati a grappoli di bambini. E la musica. Certo, qui la memoria fa tilt: niente liscio, a farla da padrone – caso unico in Italia – è il folk, inteso in tutte le sue variegate forme. 27 gruppi, provenienti dal Nord come dal Sud, sparsi lungo un percorso di 5 chilometri nei dintorni di Faenza; la gente si ferma, si siede in cima ai fossi, tra l’erba, in mezzo alla strada, e ascolta musica, finché non si stufa decidendo di procedere sino alla band successiva. Fare il “giurato” in una situazione simile non è impresa semplice, in primis dal punto di vista fisico, con i saliscendi delle stradine collinari che, se da una parte ricoprono un ruolo esteticamente fondamentale, dall’altra mettono a dura prova la resistenza del povero “inviato de laScena.it” (abituato al massimo alla “collinetta” del Mi Ami). Per la cronaca vincono Durkovic e i Fantasisti del metrò, gruppo di origine Rom, tecnicamente fortissimi e decisamente scafati nella gestione del pubblico, ma sostanzialmente la vera vincitrice è l’edizione stessa di “Musica nelle Aie”, premiata da una affluenza di pubblico impressionante, tra l’altro gestita da un’organizzazione pressoché perfetta, in particolare nella zona ristorante (e si può ben immaginare che dopo una faticaccia simile non sarebbe stata tollerata un’eccessiva attesa. Niente di tutto questo, rapidissimi e gentili, con la ciliegina sulla torta: uno spericolato “speaker” che segnalava le variazioni nel menù tra gli “oleee” dei commensali – “comunicazione di servizio: l’insalata è finita!”. ”Oooleeeeeee”…”Ma ci sono ancora le patatine!”…”Oleeeee!”).

Al prossimo anno. Magari prendo su la bicicletta questa volta… Francesco Pizzinelli – laScena

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Romagna, folk e superiorità Per non dire di Musica Nelle Aie, empatico rifugio faentino della slow-life a tempo di suoni popolari, con evidenti margini di allargamento Enver – http://www.italianembassy.it

Indipendulo al M.E.I. (Faenza), 29-30.11.08
… I due giorni del padiglione E sono sensatamente il motivo per cui tornare al MEI, assieme al vino e all’etica di Musica Nelle Aie che staziona nella corte d’asfalto. …
Enver – http://www.italianembassy.it

Vino, sole, campagna, cibo, gente, musica, allegria…che mancava? Grazie di tutto, ci siamo troppo divertiti!!!                                                                            Anima Popolare – commenti su MySpace

In questi due giorni abbiamo visto in faccia il folk! Grazie di cuore a tutti gli organizzatori e volontari, ai gruppi amici e quelli conosciuti ,ai sorrisi incontrati , al sole e agli stinchi con le patate. Let s folkkk!                                                                                                                                                   Radadum – commenti su MySpace

Esperienza indimenticabile.siamo arrivati molto emozionati per questa incredibile occasione. Ma oltre questo ci ha riempito di emozione e di gioia la vostra accoglienza, gentilezza, ospitalità. FRATELLI !!! Così ci siamo sentiti e per sempre il ricordo di quei giorni, di quella meravigliosa terra LA VOSTRA e della meravigliosa gente che la abita VOI.                                                                                                                                                                          Malghesettindipendenti – commenti sul blog

ci avevano assicurato che sarebbe stata festa… e festa è stata!! I luoghi…le persone… la passione….. la voglia di stare assieme …tanta tanta bella musica.. (e la buona tavola :)) ) E’ stato bello sì!! Anzi…di più!                                                                                                                                                                       Malanova – commenti sul blog

Un’esperienza davvero entusiasmante…un posto meraviglioso, e tanta tanta musica folk!!! Tantissima la soddisfazione nel veder la gente ballare, applaudire, soffermarsi non solo per una canzone…ma per svariate decine di minuti…sentire gli applausi…vedere i bambini ballare al ritmo di “al circul” o “specian”…. Dal blog dei Maltra B Folk maggio 2008

Lo abbiamo già sottolineato nell’edizione passata, ma ci preme ribadire nuovamente quanto alla base della nascita de “Musica nelle Aie” ci sia il preciso intento di dare voce a quella musica che parla della terra e di chi la lavora. Da diversi anni le colline che rasentano la città di Faenza (RA) ospitano uno dei più importanti Festival in ambito folk che la nostra penisola possa vantare. Giunto alla IX edizione, il Festival si snoda nell’arco di tre giorni all’insegna della buona musica, dell’ottimo vino e dei succulenti pasti che questo sprazzo di terra offre, creando un’atmosfera decisamente unica tra le aie, le campagne ed i vigneti delle colline faentine diventate per l’occasione palcoscenico ideale per i tanti gruppi di estrazione folk.
Ad aprire questa edizione del Festival, nella serata di venerdì, è toccato ai Taranterrae: la band casertana ha portato un pizzico di Campania su queste colline romagnole accendendo come un fuoco l’animo degli spettatori accorsi alla manifestazione.
La giornata di sabato, invece, si è aperta nel pomeriggio con il consueto convegno sulla biodiversità musicale romagnola intitolato “Il Caso Romagna”, capitanato come sempre dal padrone di casa Pietro Bandini ed al quale hanno partecipato tra gli altri musicisti ed esperti del settore come Giuseppe Bellosi (poeta e storico delle tradizioni romagnole, ndr), Roberto Bucci, Gianfranco Battimani e Riccarda Casadei (figlia del grande Secondo Casadei, ndr). A seguire, la 31° Classicissima di Castel Raniero, gara podistica che come ogni anno si svolge tra le strade che circondano questo fantastico paesaggio.
E a concludere la serata l’esibizione di alcuni gruppi che abbiamo ritrovato il giorno successivo (in ordine sparso): gli Arangara, formazione che ricollegandosi alla storia narrata ha cantato le tradizioni musicali della terra calabrese; gli emiliani Dimondi, gruppo prettamente strumentale che si è esibito in brani influenzati dalle diverse tradizioni musicali (bretoni, balcani, irlandesi, ecc.); i Malghesettindipendenti, con il loro folk sanguigno che ha dimostrato la passione per la musica ed il dialetto della propria terra (Brescia e dintorni); i Malanova, esibitisi in un repertorio di canti impregnati di significato della tradizione siciliana; ed i giovani Radadum, kombat-folk dalla città di Bologna poco efficaci ma in grado di far ballare il pubblico con le re-interpretazioni di brani classici come “Redemption song” di Bob Marley e “Diana” di Paul Anka.
Ma l’apice della manifestazione si è svolto nella giornata conclusiva di domenica, dove i tanti gruppi selezionati dall’organizzazione si sono esibiti in diverse postazioni, sparse per le aie, in un tragitto circolare di circa 5 km dove si è potuto assistere ad uno spettacolo fantastico connubio di musica e paesaggio. Vincitori di questa edizione sono stati i baresi Cascarèa, per essersi distinti ed aver colto in pieno il senso della manifestazione. Mentre il premio speciale della giuria è andato ai piemontesi Lj Servaj (per il secondo anno consecutivo, ndr), perché hanno dimostrato che nella “pentola del folk ci sono caduti sin da piccoli”, ai siciliani Malanova, che a lungo hanno conteso la vittoria alla band barese, ai giovani rRò, per il modo “grezzo” con il quale hanno proposto la loro personale rivisitazione della tradizione siciliana ed in particolar modo del repertorio di Rosa Balestrieri (a cui sono già dediti sin dal nome, ndr), ed ai bolognesi Violini della Barca, per l’ambizioso progetto orchestrale che ha testimoniato al meglio la voglia di suonare insieme. Tra le altre band si sono distinti per peculiarità musicale il Trio Adriatica, che ha proposto alcune delle danze popolari più conosciute del veneto; i Tupa Ruja, per il particolare matrimonio tra voce e didjeridu; i Marcabrù (già presenti l’anno scorso, ndr), formazione prog-folk alla ricerca di un equilibrio fra l’Europa ed il mondo; ed i vincitori della scorsa edizione i Natolizzadrominutoconl’orchestranellatestaeduelampascionintasca. A spegnere le luci di questa edizione del Festival ci hanno pensato i Calicanto, la band veneta ha deliziato la serata con un repertorio ricco di composizioni originali e rielaborate attinte dalla tradizione, rendendo meno malinconica la fine di questi tre giorni all’insegna del folk.
“Musica nelle Aie” è un Festival fatto con il cuore a dimostrazione della passione e dell’amore per un genere musicale che è insito nell’animo della nostra terra da molti anni e che ancora resiste nelle nostre tradizioni. Un evento atto a conservare folclori di un paese che ha ancora tanto da raccontare.                  Alfonso Fanizza – www.mescalina.it

Ce ne vorrebbe una per stagione, di certo anche con climi più temperati. L’ esperienza di Musica Nelle Aie, solido raduno folk nelle campagne attorno a Faenza, si è rivelata catartica per il neofita, con piena soddisfazione e diverse scoperte. Un percorso di dolci pendenze e spiazzi per il ristoro ha fatto da cornice alla costellazione di bande, oltre venti, che nella calura davano fondo al proprio repertorio, più o meno equamente diviso tra bourées del nord e tarante del sud, tradizione celtica e napoletana, con significative escursioni verso le culture d’ altrove. La ciclogiuria ha premiato l’ originalità dei lucano-fiorentini Lampasciounazz, dal batterista adolescente al frontman che per cassa usava una tanica: rimarchevole la capacità di adattare il linguaggio folk a misurate influenze jazz e hip hop, ” un’ erba selvatica che cresce spontanea sul cemento”. Ma in tanti sono valsi la segnalazione: da Servaij e Compagnia dell’ Erba Bona che tenevano straordinariamente alte le ballate del Piemonte con piva e ghironda, al Canzoniere Piceno portavoce i storia sociale, ai prog Marcabrù e agli eclettici Ochtopus dal retrogusto reinhardtiano. Un successo di (tanto) popolo e di (ottima) musica per allargare sempre più i confini di una manifestazione pura, da sostenere con vigore pari al suo vino.                                                                                                                                                   Enrico Veronese – Blow Up 112 del settembre 2007

La Musica nelle Aie non è solo una rassegna di musica folk ma un’importantissima realtà culturale che esprime al meglio, in una tre giorni di musica, cultura e gastronomia, il suono della terra, dei luoghi abitati e di chi li lavora.
Le aie come agorà e come spazi attraversati dalla laboriosità quotidiana dei contadini, proprio come Pietro Bandini, ideatore del festival nonché voce del gruppo folkloristico romagnolo Quinzan e proprietario dell’omonimo podere: “occhi in su ad invocare la pioggia e mani in giù a lavorare la terra”; recita più o meno così un verso di una sua canzone, e non poteva scegliere meglio che ambientare la conferenza di apertura di questa rassegna proprio nella sua fattoria, accompagnando le parole di esperti e addetti del settore, con vino e salame di mora romagnola e un miniconcerto della Banda Putiferio. L’incontro intitolato “salvaguardia e sviluppo delle biodiversità musicali”, presieduto da Giordano Sangiorgi (MEI/Audiocoop), Mauro Pizzato di Slow Food Italia, oltre ovviamente al nostro padrone di casa Piretro, ha portato alla luce l’annosa questione circa la tradizione musicale romagnola e la musica del liscio, che da parecchie decine d’anni ha polverizzato le tradizioni più storiche della cultura musicale contadina: per questo sono stati molto importanti alcuni interventi di esponenti della musica popolare, i quali hanno ribadito l’importanza di un rilancio culturale in Italia affinché si riconosca la musica folk tradizionale come patrimonio culturale che rappresenti direttamente a pieno la storia musicale del paese senza rischiare ancora una volta di essere rappresentati a Cuba, con tanto di finanziamenti SIAE, dall’Orchestra Casadei. L’anticipo musicale di Musica Nelle Aie, lasciato alla Tresca il venerdì sera, ha dimostrato subito l’interessa del pubblico folk che grazie alla fiammante esibizione del gruppo viterbese ha accolto con entusiasmo l’apertura della rassegna musicale.
Il sabato invece è stata la volta di una serie di esibizioni dei (in ordine di apparizione) Marcabrù , quartetto di ispirazione prog-folk con accenni alla world music più vicina alle atmosfere celtiche, dei Treni in Corsa, con il loro folk ispirato al combat italico ma che hanno dimostrato un intensa maturazione aurorale, dei Ij Servaj una proposta di musica tradizionali delle Valle Occitane, dei ‘U Munacidde, gruppo folklorico di Gravina di Puglia cha ha proposto uno spettacolo folklorico-teatrale concentrato sui ritmi della tarantella davvero divertente e riuscendo a scaldare al punto giusto una folla di giovani che non ha esitato a ballare e divertirsi negli intermezzi di teatro dialettale.
Hanno chiuso la serata di sabato i Drunk Butchers (i macellai ubriachi), una band di scalmanati bolognesi in kilt che si sono cimentati nella più alcolica ed esplosiva esibizione d’ispirazione Dabliners, tirando in ballo cover di puro folk-rock irlandese da delirio.
Le band in questione le abbiamo poi ritrovate il giorno successivo lungo il percorso della Musica nelle Aie, ovvero il clou della manifestazione con una folta schiera di gruppi selezionati dallo staff (Carla, Aldo e Pietro): le band si sono ritrovate nelle vesti di buskers, proponendo, lungo i luoghi più impensabili quali vigneti, ville coloniche, aie di fattorie o ai bordi di verdi campi d’orzo, il loro repertorio riuscendo per quasi quattro ore a catturare l’attenzione dei passanti appositamente accordi per lo splendore e la riuscita di questa manifestazione.
È interessante come in molti casi si sia ricreato lo spirito della musica nelle Aie, dove le tradizioni musicali hanno avuto la meglio riuscendo a comunicare il significato di questa manifestazione che dal canto suo, non si è mai chiusa ai cross over o ai rinnovamenti dei generi più tradizionali riuscendo, come nel caso dei Lampasciounazz, vincitori di questa edizione, a scovare la componente più futuristica e selvaggia del folk contemporaneo. I gruppi della domenica, oltre a combattere la calura e la fatica dovuta al protrarsi delle performance libere, venivano giudicati da una giuria, la quale ha assegnato alla fine di tutto il percorso quattro riconoscimenti, oltre ai vincitori sopra citati, ad altre quattro realtà riconoscendone la validità del progetto sempre di ambito folk. Hanno così ricevuto il premio: il gruppo dei ‘U Munacidde, per la loro professionalità, trasformando la drammaturgia teatrale musicale in un quasi avanspettacolo”, dimostrando grandi doti strumentali e canore, i Ij Servaj per il loro apporto tradizionale inerente alla tradizione occitana d’Oc; gli Ochtopus hanno saputo coniugare lo stile accademico in un progetto musicale dove l’influenza strumentale dei fiati (corno, oboe, sax, tromba) ha caratterizzato un arrangiamento davvero personale con un repertorio di brani est europei, argentini (Piazzola) ed ebraici. Infine il riconoscimento artistico è andato ai Maracbru, una delle migliori proposte di attitudine world-music. Si sono distinti tra le numerose realtà musicali i seguenti gruppi: i sopra citati Drunk Butchers, i Tereni in Corsa, questi ultimi espressione di una maturazione artistica non indifferente che li ha visti cominciare come cover band per finire ad avere un eccellente repertorio di folk rock, La Compagnia dell’Erba Bona per aver organizzato uno stage di danze popolari, Le Caruse per la loro freschezza e spontaneità nell’interpretare musicalmente e nella danza la pizzica salentina e il canzoniere Piceno e la sua ricerca storico-sociale di una valenza veramente inestimabile.
Musica nelle Aie ha il pregio di essere una delle poche iniziative che permette al pubblico meno purista e disinteressato ai particolari delle musiche tradizionali di interessarsi al folk, di avvicinarsi o semplicemente di divertirsi in un clima conviviale, a contatto con la natura e la bellezza dei paesaggi, nonostante l’impronta tradizionale sia la base fondamentale da cui partire nelle selezioni dei gruppi partecipanti e dove rivalità e campanilismi non trovano di certo terreno fertile.
Vito Sartor – www.mescalina.it

La Musica Nelle Aie – Castel Raniero Folk Festival
Castel Raniero (RA), 11-13 maggio 2007
Evento assai atipico nel panorama musicale italiano, “La Musica nelle Aie” (www.musicanelleaie.org) è un festival folk sui generis: non si tratta, insomma, di una delle tante (troppe?) manifestazioni che scelgono la strada dell’autoghettizzazione e del settarismo (non sarebbe la prima, né l’ultima), caratteristica che troppo spesso emerge quando si parla del genere. Proprio perché sui generis, assolutamente fedele al concetto di “popolare” che è alla base dello stesso termine “folk”. Senza facili tentazioni populiste o semplificazioni eccessive, con alcuni aspetti logistico-organizzativi ancora da ottimizzare, ma con un terreno fertile su cui costruire un futuro sempre più importante e credibile. La tre giorni faentina, inaugurata la sera dell’11 maggio nell’area del festival dal concerto dei viterbesi La Tresca, è proseguita il giorno seguente presso l’azienda agricola di Pietro Bandini, ideatore e animatore dell’evento giunto ormai alla sua ottava edizione, sede di una stimolante anche se dispersiva tavola rotonda sulla “biodiversità musicale”, realizzata in collaborazione con il MEI e con altre istituzioni non solo musicali dell’area faentina, una piattaforma importante su cui costruire nuove riflessioni. I concerti serali hanno lasciato spazio ad alcuni dei gruppi che si sarebbero esibiti il giorno successivo. Giornata impegnativa quella di domenica 13: un percorso circolare di 5 chilometri nel mezzo delle colline romagnole che circondano la capitale della ceramica, con una ventina di gruppi dislocati lungo il percorso a suonare, chi all’imbocco di un crocicchio, chi al limitare di una raduna, chi nel cortile di una casa o di fronte ad un cancello, in acustico o con una amplificazione ridotta a disposizione, una giuria dotata di bicicletta e alcune tappe eno-gastronomiche per rifocillare i presenti. Al termine dell’intenso pomeriggio, il responso dei giurati ha evidenziato la buona qualità degli intervenuti (pur non mancando alcune proposte assai poco ispirate o assai poco stimolanti), e soprattutto una visione del folk aperta e in evoluzione. I vincitori Lampasciunazz, formazione pugliese di stanza in Toscana e comprendente un giovanissimo batterista e un sassofonista solo in apparenza fuori settore, hanno fatto emergere l’animo più spontaneo della manifestazione, mentre il quartetto dei segnalati è risultato essere piuttosto composito: piemontesi I Servaj, testimoni della tradizione franco-provenzale e occitana più “roots” e più legata alla dimensione del ballo, muniti di ghironda, cornamusa e organetto, gli interessanti Marcabrù e la loro visione progressiva (l’uso di strumenti poco ortodossi come il didjeridoo, costruzioni che ricordano i gruppi più illuminati del folk rock britannico, vedi Pentangle, reminiscenze di Rock In Opposition), gli Ochtopus, originale ipotesi di folk bandistico contaminata da fiati e infiltrata da aromi jazz, e infine U’Munacidde, formazione salentina di spiccata teatralità, coinvolgente e assai competente per padronanza scenica e qualità dell’interpretazione. Il sottoscritto vorrebbe segnalare, al di là della cinquina vincente, un duo bolognese voce e chitarra che ci si augura possa fare strada: il D’Emblé Acoustic Duo, incontro tra una voce blues à la Portishead e una chitarra spericolata e oscillante tra blues canonico e fingerpicking alla John Fahey, che ci ha fatto una ottima impressione. Fuori gara, visti i riferimenti smaccatamente angloamericani? Diremmo proprio di no, poiché anche quella declinazione rientra nella grande famiglia dell’autentica musica popolare. Ce chi si aspetta, o perlomeno ipotizza, la nascita di un qualche legame tra il nostro patrimonio musicale e quella rinnovata sensibilità folk che negli ultimi anni ha attraversato l’indie rock angolamericano e non solo. Castel Raniero potrebbe diventare il luogo ideale dove consumare questo matrimonio.
Alessandro Besselva Averame – http://www.ilmucchio.it/pdf/fdm_36.pdf

non passavo un pomeriggio così bello da molto, molto tempo.
Domenica scorsa, “Musica nelle Aie”, tra Faenza e Castel Raniero.
Ero giurato al concorso musicale, ma vale assolutamente la pena tornarci anche da turista.
Io, una bici, dell’ottimo vino, pasta fatta in casa, comunità intergenerazionale, trattori, giochi di carte, dolci declivi, vigneti e ville, a ogni postazione un ristoro e un gruppo di musica popolare: quasi nessuno sprovveduto, tantissimi degni di menzione per originalità e freschezza.
Ma soprattutto persone splendide e un’organizzazione eccellente. Aldo, Carla, Pietro.
Ci tornerò di sicuro la prossima primavera, e porterò della gente con me.
Enver

Volevo complimentarmi per l’ottima organizzazione di MusicaNelleAie folk festival, splendido festival immerso in un altrettanto splendido paesaggio, con una organizzazione a dir poco eccelente…. il tutto al costo di 1 EURO!!!!! bisognerebbe organizzarle più spesso cose di questo tipo!!
Chi c’è stato? Siete daccordo con me?
dal forum di Rockit

un edizione spettacolare da ogni punto di vista: che dire, da prendere come esempio e l’anno prossimo tutti a castelraniero, anche gli indierockers!
dal forum di Rockit

La Woodstock delle Aie
Autorevole candidata al titolo di “Manifestazione più affascinante del comprensorio” in questi giorni “Musica nelle Aie” chiude le iscrizioni per il 2007. La nuova edizione si terrà nelle giornate di venerdì 11, sabato 12, e domenica 13 maggio 2007 sempre sulle colline di Castel Raniero, a pochi minuti da Faenza. Ancora una volta ci scommettiamo, sarà un successo.
Per chi nonne avesse mai sentito parlare, basti dire che la manifestazione ideata da Pietro Quinzan Bandini unisce l’ allegria e il coinvolgimento dei migliori festival di musica di strada con un piglio orgogliosamente campagnolo, fatto di passeggiate nella natura, aria buona, prodotti del territorio e voglia di stare insieme. Descrizione troppo idilliaca? Mica tanto. Lo scorso anno la tre giorni di Castel Raniero ha attirato un pubblico degno di un grande festival rock. Ogni anno cresce e, nonostante questo, continua a seguire una linea chiara, senza compromessi e ammiccamenti.
Prima di tutto per quanto riguarda la musica, con gruppi che- al di là del nomee dell’ appeal più oi meno popolare – condividono in primis una linea e un’ estetica di un certo tipo. Certo: come tutte le cose fatte per passione soldi ai suonatori ne girano pochi ( a meno di non ritrovarsi tra i premiati e/o di riscuote un buon consenso “al cappello” ) ma il punto non è quello: il bagno di folla, l’ esperienza e l’ ambiente valgono la trasferta. venerdì e domenica sono previsti i tradizionali concerti serali di musica folk. Sabato,oltre al concerto serale, dalle 19 fino alle 24 si esibiscono sul palco di Castel Raniero alcuni gruppi/solisti selezionati dall’ organizzazione, nel pomeriggio di domenica, poi, gli stessi gruppi/solisti, assieme a molti altri selezionati e provenienti da tutta Italia sono dislocati lungo un percorso di circa 5 chilometri dove possono suonare ed esibirsi per l’ intero pomeriggio nelle aie, nei campi, sulla strada. Durante il pomeriggio, un’ apposita giuria si mescola al pubblico per ascoltare tutti i gruppi/solisti e decretare in serata (di solito verso le 20 ) il vincitore. Le persone accorrono nell’ ordine delle migliaia e , se il tempo è clemente, il colpo d’ occhio è un qualcosa di indimenticabile. Un unico, enorme serpentone umano. Dicevamo della scadenza: chi vuol partecipare all’ edizione 2007 deve affrettarsi: c’ è tempo solo fino al 28 febbraio. Per informazioni si può visitare il sito http://www.musicanelleaie.org i in mail a mna@musicanelleaie.org
Settesere Due del 24 febbraio 2007

Un’ altra cosa apprezzabile della due giorni è il contatto cercato con la terra che la ospita
dando particolare risalto alle produzioni locali: e così sono consegnati riconoscimenti
in ceramica illustrata da Malleus, vengono organizzati una serie di concerti nei locali
della cittadina fino a tarda notte, “Notte Light”, e il principale festival della zona,
Musica nelle aie, trova posto all’ ingresso dei due capannoni principali con la sua
tipica commistione tra specialità enogastronomiche e musica offrendo i microfoni
ai vincitori dell’ ultima edizione, la coinvolgente folk band L’ Archidamo che non si
smentisce e riesce a far ballare il piazzale del Mei.
Elisa Orlandotti – Jam di gennaio 2007

…Aspettando Risonanze Unplugged 2006
Ciao a tutti!
Poche righe per raccontarvi di una manifestazione a cui ho avuto la fortuna di partecipare dal 12 al 14 maggio scorso in quel di Faenza. Si tratta del Festival “Musica nelle Aie.” www.musicanelleaie.org
Tra le colline di Faenza, i ragazzi del circolo Acli di Castel Raniero organizzano da diversi anni un festival di Musica Folk tra i più promettenti d’Italia con all’interno la particolarità di un concorso musicale in cui gli artisti suonano per strada, tra i campi e le aie delle case, mentre la gente passeggia accompagnata dalla musica e dalla bellezza del paesaggio.
Una passeggiata quindi, o un giro in bici tra vigneti, ulivi e splendidi scorci, accompagnati da tanti musicisti, tante band sparse all’interno delle case, delle vie, dei campi. Una musica coinvolgente come il sapore del vino e dei prodotti tipici di questa terra che ad ogni tratto si poteva avere la fortuna di incontrare ed assaporare.
Un grande ringraziamento va ad Aldo e Carla, ragazzi conosciuti via mail che mi hanno invitato a partecipare al concorso in qualità di giurato. Con gentilezza mi hanno accompagnato in questa festa di musica e di sapori, ma soprattutto di gente di tutte le età, gente contenta che teneva il tempo in perfetta armonia che la bellezza che ci circondava. Ripensandoci adesso ho il ricordo di aver partecipato a una vera festa di vita.
E di gente, ce n’era veramente tanta, senza che mai vi siano stati problemi tecnici o di ordine pubblico (…non ho mai visto un carabiniere!!!). Ho solo visto facce sorridenti di ragazzi, anziani, famiglie con bambini che andavano e venivano per la collina.
E subito il pensiero va a Risonanze Unplugged e al nostro spirito cosi vicino a quello dei ragazzi di Castel Raniero. Questa esperienza è stata veramente un’iniezione di fiducia, fiducia nel fatto che si possano creare ottime manifestazioni basando tutto sulla semplicità, sul contatto umano tra le persone! Consiglio a tutti questo Festival, anche solamente per trascorre un finesettimana in un luogo fantastico.
Quindi grazie al Festival Musica nelle Aie e ai ragazzi di Castel Raniero che speriamo di poter ospitare all’edizione 2006 di Risonanze Unplugged il 7, 8 e 9 dicembre a Limena (Pd)!
Andrea – http://www.associazioneexperimenta.it
Castel Raniero Folk Festival, un’edizione da favola
Nelle Aie, a spasso, in 15mila
(con sberleffo alla pioggia)
Faenza, Successo strepitoso del “castel Raniero Folk Festival – La Musica nelle Aie” Tenutosi nel fine settimana appena trascorso,
da venerdì 12 fino alla sera di domenica 14. Successo strepitoso nonostante il maltempo, per fortuna limitato alla notte fra sabato e domenica e alla domenica mattina, che ha comunque comportato la trasformazione del manto de manto erboso de campo di calcio di Castel Raniero – dove c’era lo stand gastronomico, il palco principale per le orchestre, insomma il “fulcro” della manifestazione – in una fangaia degna delle paludi maremmane. L’organizzazione ha egregiamente sopperito con l’impiego di passerelle di legno e per altro, come noto, la manifestazione era diffusa in una vasta zona, in pratica una trentina di siti, perlopiù vere proprie aie di altrettante case fra le vie Castel Raniero, Rinaldini e Rio biscia: Un quadrilatero di 6-7 Km di perimetro dove numerosissimi spettatori si sono abbastanza distribuiti.
Se la buona riuscita di un evento si dovesse misurare solo in ragione del numero degli intervenuti, allora la “Musica nelle Aie” andrebbe promosso con un 10 e lode; anzi, se è per quello i partecipanti son stati fin troppi, più della capacità della zona: strade di accesso completamente intasate, parcheggi strapieni,gente ovunque (ma saggiamente l’organizzazione aveva interdetto le vie Rinaldini e Rio Biscia
al traffico automobilistico predisponendo un servizio di bus navetta)Si sa del resto che altri fattori, non solo quello dell’afflusso, sono importanti e allora a maggior ragione la riuscita:la “Musica nelle Aie”, giunta quest’anno alla settima edizione, ha dimostrato di essere un’iniziativa originale, creativa, molto legata ai caratteri paesistici e paesaggistici autentici della collina faentina. Non è un caso che moltissime persone si siano mosse a piedi, per poter apprezzare anche la cornice naturale delle aie, fatta di campi e di siepi ma anche di
boschetti, filari di pini e cipressi, ville ottocentesche e panorami sulla vicina pianura: il tutto ben familiare ai Faentini ma non così scontato per i forestieri che invece hanno rimarcato di apprezzarlo e non poco.
Ma quanti sono stati, in totale, gli intervenuti? Un conteggio esatto è impossibile, mancano i biglietti (tutti gli spettacoli erano ad ingresso libero) e tuttavia secondo Pietro Bandini (Quinzân dell’omonimo gruppo di Castel Raniero, principale organizzatore dell’iniziativa), una stima realistica può attestarsi sulle 15mila presenze complessive. Contenti?”No, contentissimi – dice, e a riprova cita solo due esempi – Tutti i gruppi ci hanno riempito di complimenti per l’ambiente,l’ospitalità,l’organizzazione,eccetera;io personalmente mi sono commosso domenica sera nel veder ballare insieme tanta gente – bambini,giovani,anziani – senza alcuna differenza di età”.
Da un punto di vista dei contenuti va rilevato come questo genere di musica – popolare, di riscoperta delle proprie radici – sia ben lontano da un folklore stereotipato e minerario. Oltre trenta gruppi esibitisi ha proposto il meglio del rispettivo patrimonio regionale, dalle tammuriate napoletane agli sfrenati balli pugliesi, lombardi, piemontesi, fino alle più antiche ninne-nanne contadine che sconfinano nella poesia e nell’antropologia. Inutile precisare che la parte del leone l’anno fatta i violini, le fisarmoniche, i flauti e i vari strumenti a fiato fino alle zampogne pastorali, ma anche le voci-do bellezza struggente quella di Paola Sabatani della scuola di musica popolare di Forlimpopoli – non sono state da meno.
Si potrebbe obbiettare, volendo proprio per cercare il pelo nell’uovo, che il repertorio,dopo sette anni, comincia ad accusare qualche vago sintomo di stanchezza e reperibilità, essendo per natura sempre quello. I rimedi probabilmente si possono cercare nell’allargamento degli inviti, nel coinvolgimento di gruppi (magari anche esteri) più distanti dalle realtà gia ben note o ancora più impegnati in una ricerca che, in teoria, pescando più a fondo nel vecchi può sempre sfornare qualcosa di inedito e quindi di nuovo.                                                                                                                                                                 Sandro Bassi – Settesere del 20 maggio 2006

FAENZA – Tantissime le adesione pervenute a la “Musica nelle aie” 2006 che si presenta come una grande manifestazione di musica popolare.
Da un pò di anni a metà maggio (dal 12 al 14 maggio) tutti gli appassionati di ambiente, natura, musica sport ed enogastronomia tipica
si danno appuntamento nelle prime colline faentine: per la precisione a Castel Raniero per partecipare in massa alla manifestazione La musica nelle aie, ideata da Pietro Bandini, “azdòr” dell’ omonima Fattoria Didattica, e portata avanti da un gruppo di volontari del Cicolo Acli di Castel Raniero insieme al Comitato Feste e Sagre di Fenza con la collaborazione del MEI di Faenza.
Sono stati oltre 100 i demo pervenuti tra questi la giuria ne ha fatto una prima scrematura.
Sono 50 gli iscritti tra band e solisti da cui verranno scelti i 30 che si esibiranno al Castel Raniero Folk Festival, nelle 30 aie messe a disposizione nel pomeriggio dagli agricoltori residenti nella collina faentina, di domenica 14 maggio che si tiene all’interno del ricco cartellone di musica popolare che va dal 12 fino alla domenica 14 maggio.                                                                                                                                                                                               La Voce del 14 marzo 2006
Migliaia in collina per ballare con i musicisti di strada
Si stanno fregando le mani gli organizzatori della tre giorni di Musica nelle aie a Castel Raniero: le presenze stimate hanno infatti sfiorato
le 10mila unità. La giornata di punta è stata domenica pomeriggio quando si sono succeduti lungo il percorso ad anello di oltre 5 chilometri interno alla ex colonia di Castel Raniero, sede storica di grandi eventi rock negli anni ’80, ben 35 gruppi di musica popolare di grande qualità provenienti da tutta Italia. Centinaia e centinaia di faentini hanno preso d’assalto la collina, chi in bici, chi in moto, chi in auto. Lungo la salita verso la ex colonia, le vetture erano parcheggiate nei posti pi impensati.
L’ abilità dei musicisti, la bellezza dei brani eseguiti, la simpatia dei gruppi hanno trasmesso felicità a tutti; in tanti hanno improvvisato balli e danze nelle aie dove i buskers si erano fermati a suonare. Era i palio anche un premio: per la giuria ( fra gli altri Fabrizio Foschini degli Stadio e Simone Strocchi di Rockit) ha proclamato vincitori La Banda dei Falsari, gruppo romano capace di miscelare suoni folk mediterranei con ritmi in levare dello ska e un canto in stile hip hop. Segnalazioni per i Cappello a Cilindro, sempre di Roma, e La Tresca, viterbesi ispirati dalle musiche dei Modena City Ramblers. La miglior band romagnola e la miglio band faentina de Castel Raniero Buskers Festival son risultati i Marcabru’, ‘nati’ alla scuola di Musica popolare di Forlimpopoli, e gli Ossanèma, faentini, che ripropongono le musiche del Sud Italia. La manifestazione è stata organizzata dal circolo Acli di Castel Raniero in collaborazione con Regione, Provincia, Comune di Faenza, Terre di Faenza, Strade del Sangiovese, 100 Chilometri del Passatore, Casa della Musica e Mei 2005.
Particolarmente interessante, da un punto di vista della fruizione del territorio, è apparsa la possibilità di reinventare un percorso panoramico come quello di via Castel Raniero, Via Pideura, Via Rinaldini e rio Biscia solitamente frequentate da podisti ad uso dei faentini solitamente pigri, ma invogliati a fare quattro passi da una serie di eventi a portata di mano.                                                                                                                                                                 Il Resto del Carlino – Romagna del 10 maggio 2005

FAENZA – Grande successo della manifestazione musicale svoltasi nell’ultimo weekend
In diecimila hanno bazzicato le aie
La Banda dei Falsari vince Il Castel Raniero Buskers Festival

Erano in diecimila alla musica nelle aie e al Castel Raniero Buskers Festival Sono stati tre giorni entusiasmanti per le manifestazioni faentine. Ma il giorno di punta è stato domenica pomeriggio, quando si sono succeduti lungo il percorso ad anello di oltre 5chilometri intorno alla ex colonia di Castel Raniero sede storica di grandi eventi rock negli anni ’80, ben 35 gruppi di musica popolare di grande qualità provenienti da tutt’Italia. La giuria composta tra gli altri da Pietro Bandini e Massimo Buldrini della Musica nelle Aie, Giordano Sangiorgi del Mei, Fabrizio Foschini degli Stadio e Simone Stocchi di Rockit ha proclamato come vincitori La Banda dei Falsari, band romana capace di miscelare suoni folk e mediterranei con ritmi in levare dello ska e un canto in stile hip hop. Originali e innovativi. Segnalazioni speciali sono andate ad due eccellenti band: i Cappello a Cilindro, sempre di Roma, già vincitori delle selezioni per il Primo Maggio, con una rinnovata musica poplare che incrocia l’eleganza, stramberia, romantica disillusione e denuncia sociale con tanta allegria e spontanietà; e a La Tresca, viterbesi ispirati dalle musiche dei Modena City Ramblers. Sono state poi proclamate la miglior band romagnola e la miglior band faentina del Castel Raniero Buskers Festival. Prima sono risultati i Marcabru’, originari della scuola di musica popolare di Forlimpopoli, tra le piu’ prestigiose d’ Italia, capaci di rivisitare la tradizione Romagnola incrociandola con i suoni del mondo. Mentre secondi sono risultati gli Ossànema, faentini che ripropongono le musiche del sud d’ Italia. La manifestazione è stata ben Organizzata dal circolo Acli di Castel Raniero in collaborazione con Regione Emilia Romagna, Provincia di Ravenna, Comune di Faenza, Stade del Sangiovese, 100 chilometri del Passatore, Casa della Musica e Mei 2005 con il sostegno del Copaf e Fattoria Didattica Bandini.                                                                                                                                                                                               Il Corriere di Romagna del 10 maggio 2005

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